Clanis: il fiume che scorreva al contrario

Tutti gli aretini conoscono mi molto bene la storia del Canale Maestro della Chiana e della sua bonifica, conquistata in più battute, soprattutto grazie all'opera ingegneristica delle colmate del Fossombroni (fine settecento). Questo sistema riesce raccogliere e convogliare l'acqua in un canale artificiale che diventa immissario dell'Arno in località Chiusa dei Monaci, vicino ad Arezzo.

In pochi sanno però che un tempo, molto prima che il Fossombroni riuscisse a bonificare ques'area altrimenti paludosa, il problema non sussisteva. In epoca romana, infatti, di paludi non ce n'erano. Al posto dei canali artificiali nella Val di Chiana scorreva un fiume del tutto naturale, chiamato Clanis che raccoglieva l'acqua lungo tutta la valle e che sfociava nel Paglia presso Orvieto.

La Val di Chiana è stata trasformata in palude proprio dai romani, che temevano le piene del Tevere. Il progetto ingegneristico architettato sotto Nerone fu una soluzione radicale: creare un'enorme sbarramento per invertire il corso del fiume Clanis, che in epoca romana era addirittura navigabile. Per realizzarlo fu costruito un muraglione nei pressi di Orvieto che sbarrò il corso del fiume e fece ristangare l'acqua nella valle del clanis, divenuta la palude della val di chiana.

Nella  parte settentrionale della Val di Chiana, rimasta sotto il dominio Fiorentino e bonificata da Fossombroni, adesso del clanis rimane solo il ricordo, mentre in quella meridionale, la Val di Chiana Romana, rimasta a lungo sotto il dominio pontificio, gli effetti della bonifica hanno portato al ripristino di un corso d'acqua, chiamato "Chiani" che nasce a San Casciano dei Bagni, provincia di Siena, e sfocia nel Paglia, ricordando il corso del fiume originario.

 

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Daniele


Ingegnere di professione e camminatore per hobby, ho pensato che condividere le mie esperienze possa essere un modo per avvicinare le persone alla...
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