Il parco si sviluppa a partire dal casentino, una delle quattro vallate di Arezzo, fino a inglobare il massiccio del Monte Falterona, a cavallo tra tre provincie e tre regioni e la zona di Campigna. La vasta area del parco, con una superficie a terra di 36.846 ha, ingloba le provincie di Arezzo, Forlì-Cesena e Firenze.
All'interno del "Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna" sono presenti numerosi itinerari e percorsi turistici oltre che ad una fitta rete di sentieri che rende possibili tantissime escursioni tra le splendide località del Casentino.
Il clima continentale è tale da regalare copiose nevicate in inverno (soprattutto sulle cime più alte del Monte Falterona) e fresche giornate d'estate, quando altrove il clima è davvero rovente.
Dal punto di vista altimetrio c'è una notevole varianza, dai 400 ai 1658 metri s.l.m., caratteristica che permette di ammirare paesaggi variegati e completamente diversi spostandosi di pochi chilometri da una località all'altra.
Il Casentino è stato abitato fino dalla preistoria. Infatti sono state ritrovati reperti, o meglio tracce, di insediamenti risalenti al paleolitico medio. Successivamente, nel periodo etrusco, la zona è stata abitata da numerosi insediamenti e di questo periodo si ritrovano numerosi siti. Il più importante è il lago degli idoli, dove sono stati recuperati numerosi reperti archeologici, poi venduti ai più importanti musei del mondo, dove attualmente si trovano. La zona era crocevia per Roma e si ritrovano numerose strade romane.
Nel medioevo le civiltà locali si sono espanse, importanti sono la comunità dei monaci Camaldolesi ad opera si San Romualdo e la comunità francescana di La Verna costituita da Francesco d'Assisi.
Durante la seconda guerra mondiale quest'area è stato teatro di dure battaglie e fronti di resistenza locali, proprio in questa zona si era stabilita la Linea Gotica.
Dopo la seconda guerra mondiale le campagne hanno subito un processo di spopolamento, e gli abitanti si sono trasferiti nei centri pià grandi a fondo valle (Ponte a Poppi,Bibbiena, Corsalone). Testimonianza di questo processo è il paese di Pietrapazza, borgo che nel giro di pochi anni è diventato completamente disabitato.
Adesso la valle è diventata meta turistica prevalentemente per i siti di interesse storico o naturalistico.
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