Consigli per non farsi rovinare l' escursione dalla pioggia

C’era una volta il modo di definire “della domenica” tutti quei ciclistiche che praticavano nel finesettimana il loro in maniera amatoriale. Questa definizione aveva in se una leggera nota dispregiativa, come per accusarli di non allenarsi più frequentemente, anche durante la settimana. Certo, l’attività fisica va fatta con regolarità, ma per chi come noi fare sport significa partire la mattina all’alba e tornare alla sera dopo una giornata di cammino non è sempre facile riuscire a trovare il tempo per andare, perché ovviamente non si vive di solo trekking e durante la settimana bisogna anche lavorare. Riuscire a prendere un giorno di ferie è un lusso che non tutti possono permettersi quindi la scelta cade obbligatoriamente nel fine settimana. E che fare se il met eo mette pioggia? Rimandare alla settimana successiva o rischiare?

La risposta è dentro di voi, e come sempre dettata dal buon senso. Certo che se c’è l’uragano cartina conviene starsene a casa, ma tra quello e il bel tempo ci sono tante sfumature e in molte di queste si può stare fuori tutta la giornata senza conseguenza negative. In questo articolo, dopo questo cappello introduttivo spero non troppo noioso, si affronta proprio questo tema cercando di far luce sugli accorgimenti che ci permette di uscire tranquilli di tornare a casa senza rischiare una bronco-polmonite.

1. Equipaggiamento

Importante prima di tutto essere attrezzati per evitare di incorrere nei problemi più gravi dello stare sotto la pioggia:

  • Bagnarsi: vedi articolo su come scegliere gli indumenti giusti. In linea di massimo, meglio portarsi dietro mezzo chilo di poncho e non lo utilizzare che esserne sprovvisti e bagnarsi, tanto non credo che nessuno di noi se torna alla macchina un minuto prima prende un premio... bene essere competitivi,ma mettiamo il buon senso prima di tutto.
  • Bagnare oggetti di valore (cellulari, borsello…): portarsi dietro sempre una busta di plastica in cui riporre questi oggetto. Va bene un sacchetto della spesa, uno per la spazzatura o uno per il congelatore, l’importante è che non sia forato. Così potrete riporre all’interno del sacchetto tutti questi oggetti e chiuderlo facendovi un nodo, tenendoli al sicuro.

2. Adattarsi alla pioggia

Partiamo dal principio che la pioggia non si può pianificare, quindi se decide di piovere e noi siamo li sotto, l'acqua ci casca addosso. Questo principio è molto semplice e non possiamo farci niente, se non lavorare di astuzzia applicando il motto "... se la montagna non va dal profeta allora il profeta va alla montagna...".  Questo per dire che nelle escursioni che programmiamo ( soste, scelta dei percorsi, etc..) c'è un margine di manovra che possiamo utilizzare per volgere a nostro favore la situazione.

  • Fermarsi nei rifugi: Nelle nostre montagne ci sono tanti rifugi sempre aperti, che possiamo utilizzare per ripararci durante le nostre soste. Quindi possiamo compiere delle deviazioni se necessario per incontrarli sul nostro cammino ed anticipare o posticipare le pause in modo da trovarsi a magiare all'asciutto. Farlo in piedi, sotto l'acqua è veramente spiacevole. Quando poi capita si fa di necessità virtù, come è nello spirito di adattamento di chi fa questo tipo di attività, però se riusciamo ad evitare è meglio!
  • Ridurre la lunghezza del percorso: Se le condizioni sono proprio avverse e proseguire è uno strazio, magari perchè non eravamo preparati a questo evento, possiamo anche "tornare in dietro". Nessuno vi giudicherà per questo. Nei percorsi ad anello se si è superato la metà del percorso con la cartina si può valutare una via più veloce per tornare indietro.
  • Modificare il percorso: A volte è possibile scambiare un tratto di crinale totalmente esposto alla pioggia con uno che passa nel bosco. Le foglie non sono un tetto di tegole, ma tendono a proteggere dalla pioggia. Peccato che la maggior parte della nostra vegetazione in inverno sia spoglia...

3. Cambio asciutto, cambio umido

E come fanno i militari quando sono in missione nei paesi tropicali? Eh si, perchè li piove tutti i giorni e l'umidità è tale da essere costantemente bagnati. Si sono inventati un meccanismo molto seplice ma estremamente efficace come nel loro stile.

Si portano un sacchetto sigillato con un cambio di vestiario, che rimarrà protetto dall'umidità e dall'acqua, detto "cambio asciutto". Il cambio che indossano viene detto "cambio bagnato"  per ovvie ragioni. Così quando vanno a dormire cambiano abito rimanendo asciutti tutta la notte.

Per chi fa trekking di più di un giorno l'applicazione  immediata ma anche per chi sta fuori una sola giornata questo principio è utile. Soprattutto nei mesi freddi consiglio di tenere in auto un cambio asciutto che può essere cambiato al ritorno evitando così di rimanere bagnati per lungo tempo. Per un giorno solo evitiamo di portarci del peso inutile nello zaino, e lasciamo i vestiti nel bagagliaio dell'auto, evitando di tenerli nei sedili che non sarebbe la prima volta che viene sfondato un vetro per prendere oggetti di poco valore.

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Autore Del Contenuto

Daniele


Ingegnere di professione e camminatore per hobby, ho pensato che condividere le mie esperienze possa essere un modo per avvicinare le persone alla...
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